In questa guida parlerò della barriera chimica per l’umidità di risalita.
Oltre a capire come funziona, scoprirai quali problemi incidono sulla sua efficacia, e le analisi da fare prima di realizzarne una.
Se hai problemi di umidità – e stai valutando questo intervento – leggi con attenzione l’articolo e guarda il video finale.
Barriera chimica per umidità di risalita: cos’è e come funziona
La barriera chimica è un metodo di risanamento dell’umidità di risalita, che prevede l’iniezione di liquidi alla base del muro. A seguito di una reazione chimica, i liquidi dovrebbero creare una stratificazione idrorepellente, in grado di bloccare la risalita dell’acqua.
Anche conosciuta come metodo chimico o taglio chimico, è uno dei pochi interventi per il contrasto dell’umidità ascendente.
Attenzione: Barriera chimica e taglio del muro sono diversi. Il taglio del muro, oggi vietato, era l’unico intervento definitivo contro l’umidità di risalita.
Quali sono le pareti idonee?
È spesso consigliata per tutti i tipi di murature, ma vi sono dubbi sulla reale efficacia nei materiali più compatti (esempio: il calcestruzzo).
4 Problemi che influiscono sull’efficacia della barriera chimica
Al contrario di alcune credenze, non parliamo di un intervento definitivo e adatto a qualsiasi causa di umidità. Sulla validità delle iniezioni influiscono quattro problemi, sui quali ti invito a riflettere.
Nell’ordine:
- durata negli anni
- compattezza
- i liquidi
- struttura della muratura
Problema #1: Durata negli anni
Il principio attivo dell’iniezione chimica ha effetti limitati e indefiniti.
La durata della barriera dipende dal tipo di muratura (materiale) e soprattutto da tipologia e concentrazione dei sali minerali della parete.
Non esistono garanzie sulla durata dei liquidi iniettati.
Sulla validità dell’intervento influisce anche la stabilità chimica dei componenti liquidi.
Problema #2: Compattezza (della barriera)
Il termine barriera fa pensare a un blocco chiuso e insuperabile, tuttavia non è una barriera fisica (a differenza di una guaina impermeabilizzante interposta nella muratura).
Ciò significa che una barriera chimica iniettata nella parete può limitare la risalita, ma una modesta quantità d’acqua continuerà a percorrere i capillari (in base a tipo di muratura, sali e concentrazione dei medesimi nella parete).
Problema #3: I liquidi
La penetrazione del formulato chimico dipende dalla viscosità del liquido (prodotto in crema o “liquido”) e dalla presenza di solventi, che possono favorire la penetrazione ma ridurre l’efficacia.
La distribuzione del liquido impregnante è influenzata dalla velocità di polimerizzazione del componente, dalla/e modalità di iniezione, dalle caratteristiche dimensionali e strutturali della parete.
Problema #4: Struttura muratura
Le iniezioni su murature discontinue (poco compatte) possono presentare degli inconvenienti.
In questi casi, il liquido iniettato segue i percorsi che offrono minore resistenza (vuoti, crepe, murature a sacco…) e tende a disperdersi nella struttura.
Risultato: una parte della parete è senza liquidi – quindi priva di barriera chimica – ed è più esposta alla risalita capillare.
La muratura in mattoni, ad esempio, è ideale per il taglio chimico. Tuttavia, nonostante l’apparente omogeneità di questa struttura, c’è da considerare la difformità dei singoli mattoni.
Un mattone più cotto e vetrificato, ha un assorbimento di umidità diverso da un altro mattone (della stessa parete) cotto a temperature leggermente inferiori.
5 Analisi da eseguire prima di realizzare una barriera chimica
Oltre a considerare i problemi appena citati, un consulente serio deve svolgere 5 fondamentali analisi preliminari, ovvero:
#1 Valutare tipologia e composizione della muratura.
#2 Misurare l’umidità all’interno della parete, per controllare che non sia satura di umidità. In questa circostanza, le iniezioni potrebbero essere inefficaci.
#3 Analizzare i sali minerali, valutandone tipologia e concentrazione. I sali minerali potrebbero ostacolare il principio attivo del prodotto iniettato.
#4 Valutare la necessità di interventi edili sulle pavimentazioni interne ed esterne. Gli interventi servono a impedire possibili azioni di disturbo (concause, cause accessorie e cause secondarie) o by-pass della barriera chimica.
#5 Definire con precisione la posizione del taglio chimico (quota del pavimento interno finito), considerando la quota della pavimentazione esterna, quella interna e le opere accessorie di impermeabilizzazione.
Ricorda: i liquidi della barriera aumentano l’umidità nella parete. È quindi necessario un adeguato tempo di asciugatura: sia del prodotto iniettato sia dell’umidità già presente nella parete (se ha valori elevati)
Prima dell’intonacatura, la muratura si deve deumidificare, fino a raggiungere valori di umidità bassi-medi.
Prezzi della barriera chimica
Il prezzo al metro lineare del taglio chimico varia in base ai sequenti parametri:
- tipologia muratura
- spessore muratura
- metri lineari da eseguire
- abitazione vuota o abitata
Il costo al metro lineare è compreso tra 60 €/ml e 150 €/metro lineare, opere di rimozione e rifacimento intonaci escluse.
Puoi ridurre la spesa grazie ai kit fai da te – disponibili anche per privati – ma ti consiglio di lasciar perdere. Affidati a un’impresa o a degli artigiani specializzati.
Considerati i costi dell’intervento, le problematiche che influiscono sull’efficacia e le cinque analisi preliminari, è meglio riflettere con attenzione…anziché realizzare una barriera e sperare che funzioni.
Mi spiego con degli esempi…
La barriera chimica funziona sempre? 2 Casi Reali (con numeri)
Voglio mostrarti 2 abitazioni con problemi di umidità, dove i proprietari hanno realizzato delle barriere chimiche…che non hanno funzionato a dovere.
Ascolta con attenzione fino al termine del video:
Per concludere
Ora dovresti avere le idee più chiare sulle potenzialità della barriera chimica, ma se hai domande scrivi un commento.
Ti invito ad approfondire un altro argomento “controverso”, ovvero i dispositivi anti-umidità di risalita, sui quali ho scritto una guida che ti potrebbe aiutare.
A presto
Stefano Pigatto – Archimede Group “Gli Specialisti dell’Umidità”